Riparto da me. Attingo nientemeno che ad un “temino” della prima elementare dal titolo “LA MIA CASA” e subito ho visualizzato la mia casa di bambina❤️. Sintetica ero sintetica. Tutto si riduce ad un elenco delle stanze, ho posto l’accento sul “lungo” corridoio, che in realtà non arrivava ai 3 metri, e poi ho allungato il tutto con specificazioni dettagliate, tipo “la camera di mio padre e di mia madre” in luogo della molto più breve “dei miei genitori”… Ma ero una furbetta pigra e svogliata, soprattutto quando il tema era imposto…le cose imposte non piacciono a nessuno, no?
Ricordi d’infanzia
Eccolo qui, grafia stentata, pallino per segnare la riga che comunque toppavo “la mia cugina” la dice lunga su quanto fossi distratta. Però me lo ricordo il momento in cui lo scrivevo, la mia era una casa semplice ma io ne ero fiera ed orgogliosa e non avrei mai immaginato che potesse esistere una casa più bella della mia e questo sicuramente perché la casa è un luogo in cui sono stata e sono felice, in cui ho potuto sentire la protezione ma anche la libertà. Ricordo ancora quando io e mia sorella sceglievamo il pupazzo da mettere sopra il proprio letto.
Ecco in tal caso, ci tengo a sfogarmi pubblicamente, non sono mai stata tanto libera, da brava primogenita mia sorella sceglieva lei😑, perché le mie scelte erano “eccessive” per i suoi gusti minimalisti, così mi limitavo ad annuire ai suoi dettami🙄.
E poi le domeniche invernali girando per i mobilifici a sognare di possedere quelle camerette meravigliose, salotti e cucine enormi, ognuno di noi perso nella propria casa ideale.
Progetti che si formano
Tornati a casa progettavamo insieme, gusti diversi, esigenze diverse, età diverse. Cosa si potesse effettivamente cambiare era saputo solo dai genitori, ovvio. Ma queste cose non le ho dimenticate, si sono cementate nel mio modo di essere fino a definirmi .Alla fine io “riparto da me” sempre, perché é quello che mi é stato insegnato.
L’evoluzione e il cambiamento
E così sono cresciuta, con il concetto di CASA come progetto familiare, ma soprattutto come progetto personale. La ricerca del bello, di ciò che ci fa stare bene ha bisogno di una consapevolezza di se stessi e di ciò che ci piace molto elevata. Riparto da me e non ignoro cosa mi renda felice, cosa mi piaccia. Siamo in tanti a farci andare bene quello che ci viene propinato come bello, come giusto, come conveniente, come spendibile e dimentichiamo senza accorgercene cosa ci piace veramente.
Riparto da me : cosa faccio ora
Ho arredato delle case e le ho monetizzate e gestisco delle case vacanza. LE CASE DI GIULY.
Io consiglio di arredare una casa partendo da se stessi, avrò modo di raccontarvi delle scelte estetiche attraverso il mio pensiero…e magari vi verrà voglia di condividere il vostro con me. Penso che ci sia bisogno di condividere la bellezza, la cultura e tutto ciò che di meraviglioso si portano dietro.
Mi sto formando anche nell’ambito digitale. Studiare e formarsi è la mia forma mentis di studentessa universitaria e forse diciamocelo: un po’ mi mancava anche. Mi mancava essere di nuovo alle redini di un nuovo progetto,mi sentivo arrivata senza più stimoli, mi sentivo con ancora molto da dare. Principalmente a me stessa e poi a mia figlia.
Perchè cambiare vita a 40 anni?
Perché no? mi chiedo io. Eppure è la domanda più gettonata che tutti quelli che mi incontrano fanno! Erano abituati a vedermi dietro il banco della farmacia, con la mia faccia per loro rassicurante e per me un po’ meno, mi dicono: “mi hai abbandonato”….ed io sorrido, perché mai come ora mi sento realmente capace di dedicare a tutti del vero tempo di qualità. Questo succede perché sono di nuovo felice, piena di stimoli, sicuramente con molte più incertezze ma con una grinta che avevo perduto. Per 15 anni sono stata “la dottoressa” , badate che non mi ci ha chiamato mai nessuno , io ero sempre “bella”, “piccoletta” ,”tesoro” e “saluta mamma”
. Ora chi sono? Lo scoprirete qui, tra queste pagine in evoluzione continua, proprio come me. perché anche io sto riscoprendo una Me sopita, che scalciava nelle mie ossa, che voleva spazio, che lo stava pretendendo..
Cosa amo
Mi piace fare un milione di cose…e le devo provare tutte, amo la musica, amo la letteratura, amo scrivere, amo disegnare, amo la mia bambina (leggete come è arrivata) amo la sfida, amo chi è coraggioso, amo chi prova e chi si butta nella mischia, amo le case. Riparto da me e dalla casa..perché in una casa c’è tutto quello che ho elencato…non credete? in una casa ci troviamo: quello che siamo stati, quello che siamo, quello che vorremmo essere e quello che diventeremo, in tutto questo c’è arte, musica, famiglia, affetto, gioie, dolori, coraggio e follia. Ogni casa ha un potenziale nascosto, ha un romanzo tra le mura, una musica che danza tra la polvere…io scelgo una tazzina, un vaso , un quadro o una tovaglia…e lì accanto alla mia scelta, decenni di antenati e gesti a me sconosciuti stanno orchestrando lo spettacolo che ne verrà fuori.

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